mercoledì 29 luglio 2015
La Stabilità delle Piante ad Alto Fusto - quando rivolgersi ad un esperto
In questo post voglio parlarvi della "stabilità delle Alberature ad Alto Fusto".
Ci tengo a precisare che questo post è dedicato non agli esperti del settore, ma alle persone comuni, che hanno voglia di capire se la loro alberatura ha bisogno di essere esaminata da un esperto oppure no.
Infatti spesso le persone si improvvisano e danno sentenze imprecise su alberature che possono, sono o non sono pericolose.
Per raggiungere la capacità di effettuare quelle che vengono chiamate "Valutazioni di stabilità delle alberature", occorre esperienza e tante conoscenze a livello fisio-patologico delle alberature, ma per capire se la nostra alberatura, che sta nel nostro giardino, ha bisogno di approfondimenti scientifici, è possibile farlo anche da noi.
Quando un'alberatura ha bisogno di un'analisi di stabilità?
Questa domanda mi è stata posta davvero tante volte, e la risposta è più articolata di quanto sembra, si può risolvere il tutto dicendo semplicemente << quando il dubbio ci pervade, chiama un'esperto e fagli vedere se è il caso di effettuare una valutazione di stabilità>>.
Purtroppo questa risposta, spesso vincola la persona, per timore di spendere soldi inutilmente, ha non chiamare nessuno, fino a quando non accade qualcosa. Per fortuna, spesso le piante hanno più forza di quanta ne mostrino, ma ci sono segni evidenti, ma sconosciuti a chi non è addetto hai lavori, che invece fanno presagire a qualche serio problema.
La risposta che vorrei dare è questa: quando noti segni intangibili di pericolosità...ma quali sono questi segni?
Iniziamo da zero e seguiamo un piccolo schema che ci farà capire, se è arrivato il momento di chiamare un esperto del settore, perchè la nostra pianta da segni di pericolosità.
1. Guardare la pianta nella sua completezza, dovete notare se è inclinata e se è equilibrata, cioè la chioma è simmetrica o asimmetrica, se le branche sono disposte regolarmente o meno. Una pianta asimmetrica o fortemente inclinata, può essere più pericolosa di una diritta.
2. Cercate di capire se le radici si sono espanse regolarmente, se abbiamo muri vicino alla pianta, o altre alberature molto vicine, o infine se abbiamo un terreno poco permeabile, o totalmente impermeabile (tipo asfalto o pavimentazioni), la radice potrebbe essersi sviluppata assimmetricamente, con radici molto superficiali e pertanto più a rischio. Inoltre fate attenzione se in passato avete effettuato scavi, perchè potreste aver lesionato delle radici portanti.
2. Ora guardate il colletto (la parte tra terreno e fusto) se ha delle cavità, o notate della segatura, se ci sono dei rigonfiamenti strani, o sul terreno notate delle crepe tangenti alla circonferenza del fusto, in questo caso qualcosa sta succedendo, magari un foro interno al legno oppure un marciume o del tessuto non più resistente. Notate anche se vedete dei funghi (miceli) attaccati alla corteccia.
In tutti questi casi avete bisogno di valutare la vostra alberatura, perchè il legno degradato e non resistente diminuisce la forza della pianta a resistere sia al proprio peso sia agli sforzi sottoposti dagli agenti atmosferici.
3. Per il fusto dovete ragionare alla stessa maniera e guardare le stesse condizioni, facendo attenzione a questi particolari. Nel fusto potete fare anche un'altra prova, prendere un martello gommato (tipo quello per battere le piastrelle) e iniziate a picchiare il fusto cercando di fare attenzione se il suono è più cupo, segno che la pianta internamente è forata.
4. Ora rivolgete la vostra attenzione alla chioma, se ci sono seccumi, se vedete delle branche o rami particolarmente contorti e intrecciati tra loro, se la chioma è molto ricca di vegetazione e quindi in caso di vento può creare un effetto vela, in questo caso la vostra pianta sarà soggetta a sforzi pesanti in caso di vento.
In tutti questi casi dovreste rivolgervi, per stare tranquilli, ad un valutatore, cioè un Agronomo o Forestale, esperto in questo settore. Chiedete delle referenze e chiedete soprattutto se hanno gli strumenti scientifici come il tomografo o il resistografo, per effettuare la valutazione strumentale.
Non fidatevi di chi vi fa pagare una Valutazione di Stabilità 100 €, perchè il tempo e la presa di responsabilità è ben diversa, normalmente se l'intervento si fa su di una singola pianta il prezzo si aggira da un mnimo di 350 € fino anche a 1500-2000 € (per esemplari monumentali che saranno valutati anche con l'ausilio di piattaforme aeree).
Le indagini di stabilità sono riconosciute valide se seguono il "protocollo ISA", un protocollo che scandisce le fasi e l'iter di una buona indagine di stabilità, inoltre richiedete sempre al tecnico che vi effettua l'indagine di stabilità e vi da quindi le prescrizioni per mettere in sicurezza la pianta, il "certificato di regolare esecuzione dei lavori di messa in sicurezza delle alberature valutate", a seguito dei lavori eseguiti dalle ditte incaricate. Questo perchè se poi la pianta darà qualche problema non vi ritroverete
davanti ad un ping-pong tra ditta e valutatore, scaricando l'uno sugli altri l'inefficenza del lavoro eseguito.
Il tecnico abilitato, con il certificazione di stabilità, si assume la responsabilità della stabilità dell'alberatura valutata, pertanto è giusto che segua anche i lavori di messa in sicurezza.
Questo post è una goccia in mezzo al mare, ma spero di aver incuriosito la vostra fantasia e aver messo qualche pulce nelle orecchie di chi possiede una pianta alto fusto, e per quanto non sono riuscito a spiegare in queste poche righe vi invito di chiedere serenamente e commentare per saperne di più.
Il Dottore del Verde by R. Frontini
martedì 21 luglio 2015
LA POTATURA VERDE un metodo per il contenimento delle piante
E' una potatura che si esegue durante la stasi vegetativa estiva (da metà luglio a fine agosto, a seconda delle temperature) e che naturalmente viene eseguita potando le alberature dopo la prima ripresa vegetativa.
In tanti sono scettici nei confronti della potatura verde, molti la ritengono una cattiveria contro le alberature nel loro momento migliore, purtroppo tutto questo perché spesso non si sa cosa comporta un intervento di questo genere.
Specialmente in ambito urbano, ci ritroviamo a dover contenere alberi ad alto fusto, messi a dimora in modo erroneo, che una volta sviluppati e maturi, o danneggiano l'illuminazione stradale, o entrano nelle finestre delle persone, o diventano troppo appiccicate tra loro perché messi con un sesto di impianto troppo ravvicinato.
Insomma, è norma ormai che le alberature alto fusto in ambito urbano (ed intendo anche dentro i nostri giardini privati) stanno diventando difficili da governare, questo porta spesso o all'abbattimento o a soluzioni drastiche in termini di potatura (dalle potature incisive alla capitozzatura).
Una "potatura a legno" o anche detta invernale molto incisiva, è spesso il sistema di gestione di questo genere di alberature, ma nel 90% dei casi comporta un riscoppio vegetativo potente ed una crescita ancor più vigorosa della pianta, si innesca quindi il rincorrere la pianta che scappa ancor più rapidamente, per poi terminare la corsa con piante massacrate e ricche di patogeni funginei e batterici che scorrazzano in essa grazie ai tagli fatti.
La potatura verde, potrebbe essere una bella soluzione, perché il suo significato è soprattutto quello di diminuire (quasi bloccare) la crescita della pianta nella seconda ripresa vegetativa.
Deve essere eseguita con un taglio di ritorno non troppo incisivo (fatto nelle branche più piccole o in rami degli anni passati) che permette quindi la ripartenza di molte gemme. Se questa viene seguita per qualche hanno dopo una potatura di riforma a legno, la pianta limiterà la sua crescita anche in futuro, diventando così una pianta equilibrata. Questa è una bella soluzione per governare piante forti ma che sono state messe a dimora in posti sbagliati, senza ricorrere al maltrattamento invernale o peggio ancora all'abbattimento.
In molti non sanno neanche che esista, in tanti pensano sia superflua, dalla mia esperienza,posso dirvi che ho applicato questa tecnica ed ho avuto davvero ottimi risultati, evitando di massacrare piante inutilmente.
Le piante su cui è maggiormente efficace sono: il tiglio, il platano, l'acero, lo spaccasassi, l'olmo, il frassino ed il pioppo.
Le avvertenze invece sono di verificare che la pianta sia effettivamente in stasi vegetativa ed evitare periodi estivi eccessivamente umidi.
La buona regola, per contenere piante vigorose è una potatura a legno di riforma, seguita da circa tre anni di potatura a verde, e vedrete che la pianta non sarà più un problema.
Il Dottore del Verde by R. Frontini
giovedì 16 luglio 2015
Giardini e Orti, si parte dal Terreno.
Valutare il terreno è una delle cose più importanti per dar vita ad un buon giardino, un buon orto o un buon tappeto erboso e se non puoi effettuare un'analisi del terreno, ti insegno qualche trucchetto del mestiere!
La cosa migliore da fare, sarebbe
effettuare un’analisi del terreno, mi rendo conto che è un’indagine
fondamentale per capire la tipologia di terreno ma è anche un qualcosa
giustificabile in un campo sportivo o in un campo da golf, ma la ritengo dispendiosa
e non alla portata di chi decide di seminare il prato o coltivare un piccolo orto magari in una villetta a
schiera, anche se poi come al solito, sono proprio i terreni di riporto, le situazioni più
complicate da gestire.
Per sopperire ad un’analisi del
terreno ti fornirò qualche consiglio rudimentale ma efficace per raccogliere
dati significativi e capire che tipo di terreno hai a disposizione per la
semina.
Innanzi tutto, valuta la struttura
del terreno (argilloso, sabbioso, pesante, franco, ecc.), per fare ciò prendi
un pezzo di terreno asciutto ed uno bagnato, metti quello asciutto su di un
piano rigido e premi con le dita, più il terreno è tenace più è argilloso, più
si disgrega facilmente più sarà sabbioso.
Ora prendi il campione bagnato e
premilo tra le dita, se noti che il terreno si appiccica alla mano e rimane
attaccato ad essa, allora sarà un terreno argilloso, se al contrario la mano
rimarrà pulita e sentirai una polvere tra le dita, sarà un terreno sabbioso.
Per confermare quanto ottenuto in
questi due saggi, prendi del terreno bagnato e crea un salsicciotto lungo circa 15 cm, con un diametro pari a 1-2 centimetri circa, ora prova ad unirlo formando un
anello, se nelle prove precedenti avevi ottenuto un terreno argilloso noterai
che il salsicciotto si unisce in un anello, mentre se avevi ottenuto un terreno
sabbioso, noterai che il salsicciotto si spezza o si crepa grossolanamente prima
di unirsi.
Queste prove, dovrebbero dare tutte e
tre la stessa risposta, ma spesso ci sono terreni che variano la loro natura da
punto a punto, ti invito quindi a provare queste tecniche in più punti e per
più volte in modo da confermare ripetutamente il tipo di struttura del terreno
su cui seminerai il prato, e che potrai, correggere prima ancora della semina.
Ricordiamo che è sempre meglio un
terreno sabbioso rispetto ad uno argilloso, ma vedremo in seguito le
differenze.
Ora valuta il Ph, che deve essere tra
6 e 7 gradi Ph, questo perché nel caso di terreni acidi (gradi Ph < 5), i
minerali ed i nutrienti tenderanno a non rimanere sul terreno ma essere
lisciviati con l’acqua, contrariamente in un terreno alcalino (gradi Ph > 8)
tenderanno a trasformarsi in ossidi e carbonati, rimanendo bloccati e non
disponibile alle radici. Questo spiega perché in certe condizioni, i concimi non
hanno l’effetto sperato o pubblicizzato oppure non restituiscono i risultati che hanno dato in altre situazioni. Per trovare il valore del Ph, ti
consiglio di acquistare dei semplici “valutatori di Ph del terreno”, che puoi
trovare on line o in negozi specializzati a costi davvero permissibili, (meno delle cartine tornasole della farmacia).
Altra voce importante è quella della sostanza
organica presente sul terreno, infatti oltre a essere la fonte di minerali e
nutrienti per la pianta, grazie ai processi di humificazione, è anche un
ottimo strutturante del terreno, specialmente in quello argilloso.
In questo caso la sostanza organica (SO)
è più complicata da valutare senza analisi del terreno, pertanto, per prima cosa, osserva attentamente il colore, se è tendente al marrone scuro, sarà ricco di SO
mentre se è tendente al nocciola chiaro sarà povero o direttamente sterile.
Dovrai capire la storia del
terreno, quindi valuterai in passato cosa c’era , se è di
riporto, da dove viene (scoticamento, sbancamento, ecc.), inoltre, guardandolo, noterai se ci sono resti di piante, radici ecc. Anche in mancanza di un’analisi del terreno, potrai comunque definire se è un terreno ricco o povero di SO.
Valutare il tipo di terreno, è un'operazione preliminare da non sottovalutare, altrimenti sarebbe come costruire un tetto di splendidi coppi, sopra un castello di sabbia.
Spero ti siano serviti questi piccoli consigli, e ti invito a commentare oppure dare un'occhiata anche nella mia pagina facebook: "Il Dottore del Verde by R. Frontini"
Il Dottore del Verde by R. Frontini
martedì 14 luglio 2015
3 BUONI MOTIVI per rivolgersi ad un progettista del verde
Oggi, voglio parlare di una figura professionale che spesso viene sottovalutata, o sostituita da personaggi improvvisati, sto parlando del PROGETTISTA DEL VERDE, e so già che questo post scalderà molti animi!!!
In molte realtà europee, vedi Il Regno Unito, i Paesi Bassi, o direttamente extraeuropee, come gli Stai Uniti, il Giappone, questa figura è molto richiesta ed è il primo riferimento per chi desidera dar vita ad un nuovo giardino.
In Italia invece non è così (strano vero!), nel nostro paese la figura del progettista del verde non è legata alla professionalità di una persona dettata anche dalla propria esperienza, ma spesso, se uno vende piante è un progettista del verde, se uno ama semplicemente le piante è un progettista del verde...
Il tutto è dettato anche dal fatto che posizionare due piante...inventarsi un camminamento...collegare due irrigatori non è poi così complicato, verissimo!!!
Lo so sono stato diretto...e forse incisivo, ma sono così e mi piace dire le cose senza troppi filtri (almeno sapete come la penso...io purtroppo non sono un venditore!)...non per cattiveria ma per potermi confrontare! certo poi ci sono hobbisti che ne sanno più di progettisti...chi dice il contrario!!!
Il problema non è fare le cose infatti...ma come queste vengono fatte!!!
In questo un buon progettista del verde sa fare la differenza, io ho individuato tre buoni motivi per scegliere di progettare un giardino con un progettista del verde INDIPENDENTE...cosa intendo per INDIPENDENTE?! beh!...intendo un progettista non legato a Vivai, aziende di giardinaggio ecc...
Ti starai chiedendo perchè? Questo è uno dei tre motivi...ma ora te li voglio elencare:
PRIMO MOTIVO: Un progettista del verde indipendente sarà un collaboratore e non un venditore e questo è forse il motivo più importante...Quanti di voi, recandosi dall'azienda di giardinaggio per avere un preventivo, chiedono un progetto e non specificano la spesa? <<Ma è normale se lo facessi poi loro cercherebbero di guadagnare di più e magari darmi meno (chi non la pensa così!!!) e quindi niente budget>>. Al progettista, che non vende materiale, ma vende professionalità, puoi dire tutto, e ragionare con lui su tutto...quanto vuoi spendere...cosa vuoi ottenere...puoi realmente domandare!
Quindi: IL PROGETTISTA DEL VERDE NON E' UN VENDITORE!!!
SECONDO MOTIVO: Quanti di voi hanno ingoiato il progetto del vivaio, ed ogni volta che proponevano un'alternativa... beh! quell'alternativa era sbagliata?! e via a fare quello che aveva deciso l'azienda o il vivaio che sia.
Con un progettista del verde, il progetto è una ricerca, non vendono materiali che hanno in casa, poco gli interessa di fare un muro a secco, o una palizzata, o una semplice scarpata, e nella scelta valutano insieme a te i costi, i benefici, i materiali, la durata, l'affidabilità, e confrontano realmente tutte queste caratteristiche.
Infatti, l'interesse di un progettista, è quello di soddisfarti e non di vendere. Tu farai buona pubblicità quando? Beh! quando SPENDI POCO OTTENENDO IL MASSIMO e rimarrai GRATIFICATO!!!
Quindi: IL PROGETTISTA DEL VERDE RAGIONA CON TE COME SE FOSSE IL TUO MIGLIORE AMICO!!!
TERZO MOTIVO: Questo, è il più difficile da capire!!!... Perchè spesso i progettisti sono sempre affiancati da aziende e ce ne sono davvero pochi indipendenti, ma quando ne trovate uno così, è oro!
Immaginate un attimo... il vostro progetto ideale.... il vostro budget ideale.... e se ora lo mettessimo a concorrenza tra più ditte?! Concorrenza... più ditte... forse potresti ottenere anche il TUO RISPARMIO IDEALE!!!
Magari ti può consigliare di acquistare la merce e subappaltare il lavoro di posa, o magari trovare insieme tante altre soluzioni!!!
Magari ti può consigliare di acquistare la merce e subappaltare il lavoro di posa, o magari trovare insieme tante altre soluzioni!!!
Quindi: IL PROGETTISTA DEL VERDE TI FA RISPARMIARE!!!
Lo so a cosa stai pensando :)...<<Cavolo ma il progettista lo devo pagare!!! mica lavora gratis... mentre invece la ditta, mica mi fa pagare il progetto!!!>>
Ebbene si! il progettista si paga ed ha un costo... Ma perchè nessuno, pensa invece a quanto costano le scelte sbagliate... a quanto costa l'insoddisfazione e a quanto costa la libertà di scelta... inoltre! ma quanto si risparmia, quando il progetto è mio e lo metto nella mischia delle aziende che fanno giardini!!!
Ebbene si! il progettista si paga ed ha un costo... Ma perchè nessuno, pensa invece a quanto costano le scelte sbagliate... a quanto costa l'insoddisfazione e a quanto costa la libertà di scelta... inoltre! ma quanto si risparmia, quando il progetto è mio e lo metto nella mischia delle aziende che fanno giardini!!!
Come diceva la pubblicità...meditate gente! meditate! :)
Beh! Secondo me sono tre ottimi motivi! Però, ci tengo a precisare una cosa. Purtroppo o per fortuna, non tutti i vivai vogliono rifilarti il loro magazzino, come del resto, non tutti i progettisti del verde hanno esperienza in materia.
Comunque c'è sempre bisogno di ricercare professionalità!
Comunque c'è sempre bisogno di ricercare professionalità!
Quello che posso dirti! E' che per quanto mi riguarda, non fidarti neanche di quello che ti dico io!!! Abbi sempre la curiosità di provare, di verificare...e pensa a quello che ho scritto.
Magari ti sembrerà provocatorio, magari ti sembrerà audace o falso, l'importante che ti nascano dei dubbi, da li delle domande...per poi ottenere le tue risposte!
Magari ti sembrerà provocatorio, magari ti sembrerà audace o falso, l'importante che ti nascano dei dubbi, da li delle domande...per poi ottenere le tue risposte!
Un buon progettista del verde non ti da mai certezze, ma ti mette sempre dubbi...per poi trovare insieme le risposte!
Sarei davvero felice di condividere con te questi concetti e ti invito a lasciare un commento qua sotto o su facebook, insomma parliamone, confrontiamoci e soprattutto cresciamo insieme.
Un abbraccio a tutti...progettisti...vivaisti....giardinieri!!! Vi voglio bene
Il Dottore del Verde by R. Frontini
domenica 12 luglio 2015
Il sistema "PROGETTO INTELLIGENTE"...il modo nuovo per progettare, ristrutturare e costruire il giardino, risparmiando fino al 45%
Oggi voglio parlarvi di un'idea che sto mettendo a punto per costruire, ristrutturare e progettare il tuo giardino.
Dopo circa 15 anni passati a progettare per clienti, aziende, amministrazioni pubbliche, ho capito che il termine "IO" non è più di moda, e che se veramente vuoi crescere lo fai migliorando chi sta intorno a te, e sono passato a quello che reputo sia il miglior termine, il più attuale e il più efficace...cioè il "NOI". Si credo che in molti spaccati della nostra vita un "NOI" ci sarebbe stato più utile e ci avrebbe fatto davvero più piacere.
Il mio mestiere è progettare giardini, prendermi cura del verde, di clienti, o dei clienti di aziende che mi chiamano a progettare o del verde di tutti curato dalle amministrazioni di tutti, ma dopo un pomeriggio passato a parlare con alcuni miei colleghi-amici, ci siamo detti che i sistemi utilizzati fino ad ora sono passati, vecchi e scontati, che noi potevamo fare di più...cioè AIUTARE, si aiutare chiunque avesse voglia di cambiare, di rinnovare se stesso e quello che lo circonda, iniziare a collaborare con i nostri clienti, "FARLO INSIEME", non vogliamo essere più "il professionista" ma vogliamo essere insieme a TE un gruppo, un "NOI" e fare le scelte giuste insieme.
Beh! questo è un modo con cui normalmente opero con i miei clienti, ed il sistema che sto mettendo a punto, mi permetterà di farlo con chiunque voglia costruire insieme, qualcosa di importante e di bello, dove l'attore principale sei tu, sto parlando del tuo spazio verde e di te come regista di esso.
Che tu sia a Milano, come a Palermo, a Londra come a New York, riusciremo ad essere insieme e fare le scelte giuste.
Si infatti attualmente, ci sono due modi per progettare un giardino ed entrambi hanno pregi e difetti, vediamoli un attimo insieme e cerchiamo di capire:
- METODO CLASSICO AZIENDALE: beh!....questo è il metodo classico quello a cui ti rivolgi quando non hai abbastanza esperienza o tempo, pertanto ti affidi ad una azienda specializzata che ti fornisce progetto, assistenza e poi la posa in opera con i relativi materiali.
Pregi:
- Progettazione efficace
- Materiali che possono essere di qualità
- Zero tempo perso se non per prendere decisioni
- Rapidità nell'esecuzione del lavoro (ma non nei periodi di punta)
Difetti:
- Costi elevati di esecuzione
- Materiali spesso decisi dall'azienda per disponibilità
- Poco potere decisionale sulla scelta del progetto (decidi se va bene su 2-3 proposte)
- Progettazione basata sulle risorse e sulla creatività dell'azienda scelta
- METODO FAI DA TE: questo invece è il metodo che scegli quando vuoi massimizzare i risparmi e avere la totale indipendenza sulla progettazione, naturalmente dedichi tanto tempo ad un progetto del genere e certamente tanta fatica, spesso devi rinunciare a delle scelte progettuali perché non puoi eseguirle e non hai o attrezzature idonee o materiali idonei.
Pregi:
- Progettazione a tuo piacimento
- Costi bassi e inerenti il tuo budget
Difetti:
- Errori progettuali che si manifestano spesso a lavori ultimati
- Materiali scelti spesso con poca esperienza
- Difficoltà nel reperire piante e materiali
- Tanta fatica sia nella progettazione che nella esecuzione
- A volte abbandono del progetto con demotivazione
Si, questi sono i due metodi più utilizzati, ma io con un gruppo di lavoro tra fornitori e buoni collaboratori abbiamo creato un nuovo sistema chiamato "PROGETTO INTELLIGENTE" (Garden Social Housing).
Si tratta di azioni che prevedono un cammino INSIEME, verso la progettazione la ristrutturazione e la costruzione del tuo nuovo giardino, del tuo balcone del tuo verde in door o del tuo orto, che focalizza il percorso in alcuni punti cardine:
- Video lezioni sulla progettazione di un giardino: che ti permetteranno di fare le scelte giuste
- e-book sulla progettazione del verde: che ti fornirà una guida pratica con tanti approfondimenti
- Video coaching: si proprio così una serie di incontri in webcam tramite skype con il sottoscritto per definire il tuo progetto, i materiali, e come deve avvenire la posa, e tanti consigli dati direttamente da un progettista.
Perchè ne vale la pena?
Perchè puoi operare scelte di coscienza! io non ho da farti acquistare o venderti materiali che ho in magazzino, non voglio farti spendere più di quello che tu vuoi spendere, non voglio che tu non sia soddisfatto, anzi ti accompagno a fare scelte...le scelte più funzionali al prezzo che tu ritieni più opportuno, scelte condivise, ragionate e studiate INSIEME!
Perchè puoi operare scelte di coscienza! io non ho da farti acquistare o venderti materiali che ho in magazzino, non voglio farti spendere più di quello che tu vuoi spendere, non voglio che tu non sia soddisfatto, anzi ti accompagno a fare scelte...le scelte più funzionali al prezzo che tu ritieni più opportuno, scelte condivise, ragionate e studiate INSIEME!
Costruirai il tuo progetto, lo disegnerai, sceglierai i tuoi materiali, avrai i consigli che ti occorrono per fare le scelte giuste, fisserai i tuoi budget e costruirai attorno a te il tuo paradiso, riuscirai ad avere il Computo Metrico o chiamala pure la "lista della spesa" del tuo giardino con quantità, prezzi e costo totale, potrai scegliere di fare tutto da solo o presentarlo alle aziende per creare concorrenza e spuntare il prezzo migliore...è come lo vuoi tu...perchè "LO HAI FATTO DA SOLO"
Sarà un percorso che ti porterà in soli tre mesi a fare che cosa?!
- Scegliere il budget
- Progettare secondo il budget
- Scegliere i materiali
- Progettare secondo i materiali scelti
- Trovare nella tua zona i migliori fornitori o sceglierli on line (ne esistono tanti e di economici)
- Ordinare i materiali (anche vegetali)
- Capire il lavoro e le attrezzature da avere per eseguire il tuo progetto
- Appaltare il tutto ad una ditta, dicendo tu cosa fare e come fare
- Eseguire i lavori tu stesso, sapendo realmente come e cosa fare
- Confrontarti con me dal vivo
- ED INFINE SAPER DI POTER RISPARMIARE FINO AL 45%, ottenendo i risultati che otterrebbe una Azienda Specializzata.
Riccardo Frontini
giovedì 9 luglio 2015
LE GRAMINACEE PERENNI - un nuovo modo di progettare il giardino
Nel giardino le Graminacee
ornamentali sono le piante di uso più recente. Il loro aspetto riporta la mente
agli habitat selvaggi battuti dal vento e dalle vedute infinite. Le grandi
praterie americane del nord ovest, le highland scozzesi. In effetti si tratta
di piante provenienti da ogni angolo del globo, quasi tutte appartenenti alla
famiglia delle Gramineae-Poaceae.
In passato erano utilizzate con
parsimonia e solo allo scopo di “riempire” o dare volume a bordi misti ed
aiuole. Ora il loro impiego è più diretto ad esaltarne le trame e la testura,
nonché le numerose e intriganti colorazioni che vanno dal verde brillante al
bronzo al rosso, passando per un’ampia gamma di gialli, avorio, grigi e grigi
blu, anche con effetti metallici piuttosto pronunciati.
Le Graminaeae-Poaceae sono un vasto
gruppo di piante (in totale circa 10.000) a cui appartengono anche i cereali
più noti e alcune tra le più belle e versatili specie da giardino che, nel
corso dell’evoluzione, si sono adattate agli ambienti più diversi
distribuendosi in tutto il mondo.
Alcune specie nei mesi invernali
assumono tonalità particolari che si esaltano grazie ai freddi della stagione,
diventando così indispensabili per rendere interessanti i giardini proprio in
un momento in cui le fioriture sono assenti e la presenza di arbusti e cespugli
con bacche è sempre abbastanza limitata.
Tutto sommato le graminacee
ornamentali sono piante facili da gestire, con una sola potatura all’anno si
elimina la parte aerea deperita al termine dell’inverno. Ogni tre o cinque anni
si possono suddividere i cespi formando altre piante.
COME COLTIVARLE
L’utilizzo in contenitore su balconi
e terrazzi ma anche in cortili, patii e piccoli giardini, ha avuto un forte
incremento negli ultimi anni, anche perché si tratta di vegetali che una volta
installati richiedono poche cure.
Per chi decide di utilizzarle in
contrnitori su balconi è conveniente sceglierene di capienti e profondi o
cassette di grandi dimensioni; vanno bene anche i grossi vasi in terracotta o
plastica, preferibilmente alti e stretti, per meglio mettere in evidenza la
bellezza e la verticalità della vegetazione. Le piante in vaso devono essere
rinvasate ogni due anni nel caso di specie vigorose; per le specie meno
vigorose questa operazione la si esegue ogni 3-4 anni.
Chi invece decide di coltivarle a
pieno campo, quindi sul terreno del proprio giardino, deve tenere in
considerazione che le graminacee mal tollerano i ristagni idrici, se il terreno
fosse un po’ pesante e poco drenante è bene lasciare in fondo alla buca
d’impianto del materiale come ghiaia, ciottoli o argilla espansa, per garantire
lo sgrondo dell’acqua.
Nella buca d’impianto aggiungere
anche un fertilizzante organico tipo cornunghia o letame pellettato così da
costituire una dotazione per gli anni a venire.
Con l’avanzare della primavera si
assiste a un rapido sviluppo; in estate l’acqua dovrà essere fornita in modo
regolare, ma mai in eccesso, perchè queste piante sopportano la siccità (la
resistenza alla siccità è ovviamente minore in vaso).
Si utilizzano anche per aiuole
stradali, rotonde o comunque in tutte le situazioni urbane dove occorre
resistere all’inquinamento e a terreni difficili. Le graminacee si acquistano e
si piantano preferibilmente in primavera.
LA DISPOSIZIONE NEL GIARDINO – COME INSERIRLE NEL PROGETTO
Le graminacee ornamentali si adattano
perfettamente sia ai giardini moderni e che in quelli country o di campagna di
aspetto più naturale. I loro effetti, anche dinamici, perché si muovono con un
alito di vento, le rendono altresì interessanti per giardini concettuali.
Non dovrebbero mancare in tutte le
situazioni in cui servono piante rustiche capaci di adattarsi al caldo e
all’asciutto oppure all’opposto accanto a laghetti e ruscelli. Non mancano le
specie e le varietà compatte che possono vegetare perfettamente in vasi e contenitori,
sia caduche che sempreverdi.
Le specie di maggiore dimensione si
possono usare come esemplari isolati oppure, in una bordura molto lunga, al
fine di creare ritmo e variabilità nella composizione, da ripetere a una certa
distanza. Quelle di taglia minore, danno i migliori risultati se piantate in
massa. Le graminacee a cespuglio si accostano bene agli arbusti dalla corteccia
colorata come Cornus stolonifera ‘Flaviramea’ o Cornus sanguinea, o con altri
cespugli come l’Edgeworthia chrisantha con la fitta ramificazione e i bottoni
fiorali presenti sui nudi rami invernali.
In caso di giardini in cui si vuole
far risaltare le architetture di un edificio, esaltandone per esempio le linee,
si consiglia di utilizzare piante piuttosto alte come le Calamagrostis, per
garantire un giusto equilibrio con l’edificio. Nei giardini formali o
caratterizzati da forme geometriche, si consigliano specie come la Stipa o il
Pennisetum che appaiono bellissime se associate a siepi di tasso, bosso o
ligustro.
Ripetute qua e là nella bordura di un
rilassato giardino di campagna, stabiliranno un immediato legame con il
paesaggio circostante. Qui è bene utilizzare specie dalle linee morbide, come
il Pennisetum, Stipa, e Deschampsia, evocative di quelle presenti in un prato
spontaneo.
Personalmente le utilizzo molto
spesso nel giardino formale, animato dalla loro dinamica personalità, la solida
trama delle forme geometriche verrà proiettata in una nuova dimensione. Ad
esempio, specie come Stipa gigantea o S. calamagrostis sono bellissime
associate a siepi di tasso o di bosso.
Non da meno e di forte impatto, le
graminacee perenni ornamentali lo sono quando associate all’architettura moderna,
ne esaltano la semplicità delle linee. Vetro, acciaio e cemento sembrano
rivivere dal contatto con queste piante che aggiungono un tocco inconsueto di
vitalità.
È quindi interessante e di enorme
effetto impiegare folte masse di piante piuttosto alte come Miscanthus o Calamagrostis
per garantire il giusto equilibrio con l’edificio.
Molto efficaci e di notevole impatto
invece nei giardini inverni, in quanto si associano molto bene ad arbusti dalla
corteccia colorata come Cornus e con molti sempreverdi.
LA MANUTENZIONE DELLE GRAMINACEE PERENNI ORNAMENTALI
Per la maggior parte delle graminacee
in autunno il fogliame non si tocca se ornamentale e piacevole; se secca (e
questo accade solo nelle zone molto fredde) si può tagliarlo subito alla base.
In generale quindi l’operazione di taglio delle parti secche si esegue dopo i
forti freddi, prima del risveglio primaverile. Indossate sempre i guanti per
questa operazione perché spesso la lamina fogliare è tagliente.
Infine al risveglio vegetativo all’inizio
della primavera una manciata di un concime a lenta cessione con adeguate proporzioni
di NPK, va molto bene il concime a lenta cessione che viene utilizzato per il
prato.
Se la messa a dimora è stata fatta
con adeguati criteri queste sono le uniche manutenzioni da effettuare alle
graminacee perenni.
Per chi volesse cimentarsi nella propagazione
si consiglia la divisione dei cespi ogni 3 – 5 anni.
In primavera appena le piante si sono
risvegliate dal lungo inverno e sono all’inizio della vegetazione, si procede
all’estirpazione del cespo. Poi con un vanghetto affilato si taglia in più
parti il cespo della graminacea, facendo attenzione che ogni porzione di pianta
ottenuta abbia qualche radice.
Per facilitare l’attecchimento, le
parti risultanti dalla divisione non dovrebbero essere troppo piccole. Quindi
si provvede a ridurre la lunghezza della chioma di due terzi, a ripiantare
(come descritto nella messa a dimora) e a irrigare abbondantemente e con
regolarità, almeno per la prima stagione.
Oggi vedremo 5 piante appartenenti
alla famiglia delle Graminacee ornamentali e considerate da tutti tra le più
belle in assoluto.
LE 7 ESIGENZE GENERALI
1. Terreno di media fertilità
2. Umido, ma ben drenato
3. Clima anche siccitoso (con alcune
eccezioni)
4. Tolleranza ph
5. Specie decidue: potatura alla base,
quando le foglie si sciupano, in autunno o primavera
6. Specie sempreverdi: pettinatura
foglie in primavera o taglio alla base
7. Propagazione in primavera per
divisione o per seme (con alcune eccezioni).
"Il Dottore del Verde" by R.Frontini
mercoledì 8 luglio 2015
Una proposta per cambiare la Gestione del Verde dei Piccoli e Medi Comuni d'Italia
Sto costruendo insieme a dei miei colleghi una proposta da offrire alle piccole e medie Amministrazioni Locali. Lo faccio nella mia Regione le Marche, ma credo che questo sistema sia valido per tante altre realtà Nazionali.
Secondo la mia esperienza ad oggi la Gestione del Verde è spesso legata all'urgenza e non alla pianificazione, nelle piccole e medie Amministrazioni, non ci sono figure specializzate nel settore ed allo stesso tempo questo comporta un'onerosa gestione dell'urgenza e nessun tipo di economia di scala.
Le restrizioni dalla sede centrale dello Stato, ha portato i Comuni (in special modo i più piccoli) a non aver risorse in merito. Mi sono subito chiesto "cosa fare oltre al semplice consulente?"
La risposta è venuta dopo qualche anno di collaborazione con le Amministrazioni Comunali, cosa ci vorrebbe?
- Una figura tecnica specializzata....che costi poco
- La capacità di trasferire conoscenze di primo intervento ai tecnici che operano sul territorio
- Delle regole su cui basare Gestione e Pianificazione
Da queste tre cose che mi sono state richieste da diverse amministrazioni è nato un pacchetto che ho iniziato a proporre da qualche mese e che sta dando degli ottimi frutti.
Noi di Habitat verdeambiente (www.hva.it), io come Riccardo Frontini, sto spingendo perchè le Amministrazioni focalizzino su questi tre concetti, proposti in un pacchetto di consulenza tecnica dinamico e funzionale:
- Formazione del personale amministrativo che lavora nella gestione del verde (dal vigile al tecnico);
- Costruire un Regolamento del Verde che possa fornire le linee guida per il tecnico e per il cittadino;
- Avere un consulente (Agronomo) specializzato nelle normative e nella Gestione del Verde a disposizione.
E se tutto questo costasse all'anno meno di uno stipendio mensile di un funzionario?
Si può fare e io ci sono...e sono anche disposto a parlare con i miei stessi colleghi, confrontare con loro la mia esperienza e spiegare cosa ho imparato e come ho ragionato per trasferire a loro i miei pensieri e le mie convinzioni, e se volete saperne di più scrivete qui sotto o commentate quello che ritenete giusto proporre o anche che non ritenete giusto...
Dott. Agr. R. Frontini
martedì 7 luglio 2015
Inizia una nuova avventura, per me davvero nuova e intrigante :)
Ciao a tutti, amici, colleghi e soprattutto gente che come me ha a cuore il verde e tutto ciò che circonda questo settore, da oggi per me inizia un'avventura nuova su cui spero possiamo confrontarci in tanti e soprattutto dove chiunque è libero con civiltà ed educazione di esprimere le proprie idee ed i propri punti di vista.
Da oggi inizio con piacere un'avventura per me davvero nuova, ma allo stesso tempo intrigante e con una linea dell'orizzonte colma di luce e nuove conoscenze...
A presto
R. Frontini
Da oggi inizio con piacere un'avventura per me davvero nuova, ma allo stesso tempo intrigante e con una linea dell'orizzonte colma di luce e nuove conoscenze...
A presto
R. Frontini
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