In questo articolo, voglio spiegare in che maniera occorre potare la mimosa per ottenere dei buoni risultati di fioritiva nell'anno successivo, e per fare in modo che la stessa sia resistente e non si spacchi con il tempo.
La mimosa (acacia dealbata) appartiene alla famiglia delle Mimoseae, nonostante sia considerata nella classificazione APG, della famiglia delle Fabaceae. E' un albero sempreverde, originario dell’Australia da dove fu portato in Europa nel 1824. Se lasciato al naturale forma una chioma irregolare ma tendente al rotondeggiante alta 10/15 metri, nelle zone di origine sono segnalati alberi alti anche a 25/30 metri. Le foglie bipennate sono composte da piccolissime false foglie morbide al tatto e di colore che va dal verde chiaro al glauco a seconda delle varietà. Hanno la caratteristica insolita di richiudersi durante la notte, in giornate fredde o durante dei forti temporali. I fiori fatti a capolino sono piccoli, raccolti in glomeruli, di colore giallo più o meno accentuato. Sono talmente numerosi che quando la pianta è in pieno fiore da l’impressione che sia un grande pallone giallo.
Esistono davvero tante varietà di mimosa, che si distinguono sia per il portamento sia per la tipologia dei fiori (che possono essere anche di colori diversi dal giallo) e delle foglie, una in particolare è la mimosa pudica caratterizzata da fiori lilla e foglioline che si racchiudono rapidamente dopo essere state toccate.
Le problematiche della mimosa sono quelle relative alla resistenza al freddo e soprattutto quelle relative alla crescita.
Per la resistenza al freddo vi consiglio di mettere la mimosa con esposizione calda (Sud o Sud-Ovest) possibilmente riparata da venti freddi di Nord e Nord-Est, inoltre ci sono varietà migliorate più resitsenti (chiedetelo al vivaista o al rivenditore di fiducia), queste sono alcune delle varietà resistenti al freddo:
Grande albero molto vigoroso dal fogliame verde scuro. Foglie suddivise in due parti. Fioritura abbondante (giallo zolfo) che emerge ampiamente dal fogliame da fine gennaio a marzo.
- Tournaire (Acacia Dealbata)
Sviluppo medio. Le foglie sono corte, fitte e verde scuro. I giovani germogli sono di color rosso. Fioritura precoce da fine dicembre a gennaio. Fiori a lunghi grappoli di un giallo brillante.
- Mirandole (Acacia Dealbata)
Grande sviluppo. Grandi foglie bipartite verde chiaro. Fioritura in grandi grappoli di giallo brillante da fine dicembre a febbraio. Da riservare ai grandi giardini.
- Bon accueil (Acacia Decurrens)
Albero medio. Giovani rami spigolosi. Belle foglie verdi pennate. Foglioline distanziate. Fiori a grossi grappoli che superano il fogliame. Granuli molto grossi e molto odorosi. Fioritura gennaio-febbraio. Grande giardino.
- Mimosa delle 4 stagioni (Acacia Retinodes)
Una delle più resistenti al freddo (da -9°C a -10°C). Fioritura primavera-estate
Per quanto riguarda invece la crescita, il problema non è che cresce poco, anzi, il problema è che cresce troppo, per questo spesso notiamo piante di mimosa molto sfilate (con rami lunghi e ricadenti), che in presenza di vento o neve, tendono poi a spezzarsi.
La cosa più interessante è che si può far crescere una mimosa sana e robusta, senza neanche mettergli il palo per il tutoraggio! sfruttando proprio la rapidità di crescita, il forte vigore vegetativo e la tecnica di potatura.
La tecnica per ottenere una buona mimosa, resistente, ricca di fiori e strutturalmente equilibrata dipende completamente dalla potatura. La mimosa, come la maggior parte degli alberi, ha due periodi vegetativi, il primaverile-estivo e quello tardo estivo-autunnale. In quest'ultimo, la pianta sviluppa i bozzoli delle infiorescenze (che però porterà a maturità a fine febbraio/marzo) quindi la potatura tarda estiva è sconsigliata altrimenti non avremmo una buona fioritura l'anno successivo.
La potatura si effettua non appena i fiori si sono appassiti diventando di un colore brunastro, prima che inizi la fase vegetativa, quindi circa ad aprile.
Per prima cosa vi consiglio di prendere una piccola pianta di mimosa, solitamente è un "astone" di un anno di circa 1,5 mt.
A questo punto se l'astone ha degli anticipati (rami che crescono durante lo stesso anno che cresce il ramo su cui partono) utilizzateli per impostare il "vaso" a circa 1 mt dove andrete a cimare l'astone. Se l'astone invece non ha anticipati, cimate semplicementelo a circa 1-1,20 mt attendendo i rami dell'anno successivo per impostare il "vaso".
Solo per questo primo anno di crescita, al massimo due, potete aiutarlo con una canna per tutore, ma poi togliete tutto e lasciategli sviluppare le fibre in base alle sollecitazioni. Da ora in poi, ogni anno dopo la fioritura, potate la mimosa con un "taglio di ritorno" lieve più che altro di sfoltitura per alleggerire la chioma ed accorciare i rami troppo lunghi. Mi raccomando intervenite solo con tagli di ritorno altrimenti rischiate di perdere il controlo della chioma e spingere la pianta in eccessiva vegetatività.
Per effettuare il taglio di ritorno sinteticamnete dobbiamo recidere il ramo immediatamente al disopra di un ramo di ordine inferiore a quello che viene eliminato. Il ramo rimasto, sostituisce l'apice di quello asportato assumendone le funzioni. In questo modo evitate su ogni taglio il grappolo di rami disordinati alla ricerca di una porpria entità di cima dominante.
Utilizzando questa tecnica, negli anni avrete la possibilità di ottenere una mimosa resistente e molto bella esteticamnete, che vi riempirà di fiori ad ogni primavera.
Se vi è piaciuto l'articolo, vi invito a lasciare un commento qui sul blog, oppure sulla mia pagina facebook, dove potete anche contattarmi per qualche consiglio o curiosità, che potete vedere anche sul mio sito www.drfrontini.it.
A presto
Riccardo Frontini
Nessun commento:
Posta un commento