venerdì 25 marzo 2016

SICUREZZA DELL'ALBERO 2 - la qualità delle piante da vivaio


In questo secondo appuntamento, andremo a vedere quali sono i fattori importanti che determinano il futuro delle nostre alberature a seguito dei vari sistemi di allevamento delle pinte in vivaio.

In modo sorprendente, si può tranquillamente affermare che molto della sicurezza dell'albero, dipende dalla scelta del materiale vivaistico, e non è solo la scelta della specie che può fare la differenza tra una pianta sicura ed una no.

Innanzi tutto, possiamo ragionare su due aspetti, il primo quello epigeo (cioè sopra il livello del terreno), fusto e chioma, il secondo quello ipogeo (cioè sotto il levello del terreno), l'apparato radicale.

Quando scegliamo una pianta dal nostro vivaista o da una catena di hobbistica, non dobbiamo soffermarci solamente sulla grandezza o sulla quantità di chioma, ma dobbiamo andare a vedere bene e con attenzione lo stato di salute e la tecnica di allevamento che ha la nostra pianta.

Per prima cosa voglio consigliarvi di non andare a prendere piante eccessivamente grandi, abbiate pazienza e fate crescere con calma una pianta, acquistandola più giovane e quindi più piccola, vi assicuro che la qualità della pianta adulta sarà migliore, e soprattutto la velocità di crescità sarà maggiore, rispetto ad una pianta molto grande che ha più difficoltà nell'attechimento (periodo che va dal trapianto al conclamato svolgimento delle funzioni vitali come germinazione, fogliazione, assorbimento, ecc.).

Ma ora parliamo di come sceglere un'alberatura in relazione all'osservazione della sua parte epigea, quindi andiamo a capire come giudicare il sovracolletto, il fusto, l'impalcatura dei rami e lo sviluppo della chioma.

Prima ancora, è però importante capire, qual è la forma originale della specie di pianta che andiamo ad acquistare, se globosa, se a piramide, ecc. Quindi capire se la pianta in vivaio, ha le dimensioni e la disposizione dei rami che si configurano secondo una forma naturale.

Partiamo ora dall'osservazione del sovracolletto, in alcuni casi qui si hanno segni di innesto, quindi è importante valutare la qualità del callo formatosi, che deve essere equilibrato, cioè senza eccessivi rigonfiamenti o depressioni, nel caso non sia un innesto valutare che non ci siano scortecciature o rotture derivanti dalle attività di manutenzione vivaistiche.
Poi passiamo al fusto e valutiamo eventuali inclinazioni o torsioni e rigonfiamenti eccessivi della corteccia. Un trucco per vedere anche la qualità e la rapidità di crescita, è quello di valutate gli internodi tra le vecchie gemme o i rami passati, per capire se ha avuto una crescita rapida (internodi lunghi) o una crescita lenta e più adeguata (internodi più o meno ravvicinati). Importante capire se ci sono state scortecciature o spaccature del fusto valutando rigonfiamenti oppure sfrangiature della corteccia.


Salendo andiamo a vedere in che condizione è la chioma che dovrà essere equilibrata nella disposizione dei rami e delle giovani branche, con gli apici vegetativi dei rami intatti. Dobbiamo notare se ci sono monconi o disequilibri, non solo causati dalla rottura in passato di rami, ma anche dalla competizione delle chiome in fase di allevamento, che quindi tendono a spostarsi in un senso piuttosto che in un altro, alla ricerca per esempio della luce (succede quando le piante non sono allevate correttamente e troppo attaccate).




Infine, guardate la pianta da lontano, ruotandola davanti a voi e giudicate quella che viene definita "la freccia" della pianta, cioè la disposizione dei rami in proporzione alla grandezza e lunghezza del fusto, che a sua volta deve essere ben equilibrata sia per distanza che per posizionamento rispetto agli apici vegetativi dei rami. Infine, in relazione alla disposizione di tutti gli apici capire se esistono coodominanze o dominanze specifiche di apici rispetto ad altri che rispecchaino o meno l'andatura naturale della pianta.


Ora passiamo alla parte ipogea, imparate, una volta scelta la pianta, a togliergli il vaso prima di acquistarla e guardare lo stato di salute delle radici. Immaginate che dallo stato di salute delle radici dipenderà la configurazione, l'espansione e l'equilibrio dell'apparato radicale una volta piantato l'esemplare nel parco, nel giardino o a bordo strada, per cui influirà anche sulla stabilità dell'albero da adulto.


Togliere il vaso significa vedere se una pianta è realmente da seme o da talea o è stata zollata e poi rinvasata, permette di notare se la pianta è da molto che è rimasta in quel vaso oppure ha subito riinvasi regolari, e ci farà capire quanto la radice sta soffrendo per lo spazio all'interno del vaso e se ci sono strozzature importanti per cui non vale la pena acquistare una pianta del genere.

In un vaso l'apparato radicale è spesso in sofferenza e crea una spirale attorno alle pareti del contenitore che a lungo andare si attorcigliano strozzandosi, questo comporta un'abbassamento del potere assorbente ed un pericoloso mal sviluppo della radice in termini proprio di struttura portante.


Se la pianta invece è in zolla, non possiamo fare molto perchè rompere la zolla sarebbe la cosa più sbagliata, ma appunto per questo, possiamo vedere se la zolla è realmente compatta, equilibrata in relazione al diametro della pianta (normalmente un rapporto diametro pianta/zolla ottimale è 1/10) e soprattutto ben tutorata con rete e stuoia, infine cercate di notare se si notano le radici rotte dall'intervento di zollatura, se sono ben distribuite su tutta la zolla.
Bisogna notare se c'è la presenza di molte piccole radici recise o poche ma grandi, nel secondo caso abbandonate quella pianta, perchè sono state recise radici importanti e sicuramente la zolla è troppo piccola in confronto allo sviluppo della pianta acquistata (succede spesso con gli abeti di Natale).




La scelta di un esemplare sano in ogni sua parte dopo un'attenta anamnesi, ci permetterà di mettere a dimora una pianta con buone aspettative di vita e credenziali ottimali in termini di sicurezza futura, perchè ha la possibilità di crescere equilibrata sia nella sua parte epigea che ipogea.


Ma attenzione è solo l'inizio, come vedremo nei prossimi articoli c'è ancora da fare per ottenere una pianta sicura al 100%.


Perdete tempo nella scelta dell'esemplare giusto e guadagnerete sicurezza e soddisfazioni future.

Infine una mia considerazione, acquistate piante più piccole perchè attecchiscono meglio di quelle più grandi, inoltre una pianta che attecchisce prima e meglio si sviluppa e si accresce più rapidamente perchè soffre di meno.

Un saluto

Riccardo Frontini










venerdì 18 marzo 2016

SICUREZZA DELL'ALBERO - si inizia dalla scelta della specie


In questo articolo, voglio iniziare un cammino che vi farà capire come dobbiamo operare per ottenere un albero sicuro e stabile. Mai come oggi, gli alberi sono importanti nel bene e nel male delle persone, infatti sono gli unici che riescono a diminuire la concentranzione di anidride carbonica nell'aria, ma sono anche gli attori di tristi vicende, di crolli che portano al ferimento e alla morte di cittadini.

La nostra ignoranza in materia ci porta spesso a colpevolizzare gli alberi, a crederli pericolosi per loro natura, ma non è così! La pericolosità degli alberi dipende soprattutto dalle scelte e dai trattamenti che vengono eseguiti da noi uomini nei confronti di questi esseri viventi maestosi e con una storia alle spalle che ci dovrebbe solo far invidia, per capacità di adattamento e complessità di sviluppo.

Pertanto cerchiamo di capire come sbagliare il meno possibile.

PER OTTENERE UNA PIANTA SANA E STABILE occore fare una serie di scelte giuste e ponderate, che partono da concetti basilari come:

- la scelta della specie da inserire,
- la qualità del materiale vivaistico scelto,
- lo spazio a disposizione in relazione alle piante da inserire,
- il sistema di ancoraggio e tutoraggio dell'alberatura a terra,
- le manutenzioni ordinarie e straordinarie da fare,

che tengano assolutamente conto del contesto urbano o extraurbano di insediamento.

Oggi voglio dare dei consigli su come scegliere l'albero da piantare nel vostro giardino o parco privato, o in un parco o un viale pubblico.

Partiamo appunto dalla scelta della specie, questa è la classica domanda che ci facciamo ogni volta che decidiamo di piantare un albero: "ma che pianta ci metto adesso?"

Le cose da valutare, che faranno propendere la scelta per una specie o un'altra, sono poche ma basilari:


1. Spazio a disposizione: per spazio a disposizione non si intende la superficie del giardino, ma la superficie a disposizione degli alberi o del singolo albero che andrò a piantare, pertanto vanno sottratte le zone dove l'albero radica inadeguatamente. Con questo termine intendo, sia ciò che concerne il mal radicamento, come zone impermeabili, zone aride con presenza di inerti, zone eccessivamente umide e acquitrinose, sia quello che riguarda l'interferenza tra pianta e infrastrutture, come reti tecnologiche, recinzioni, pozzi, piscine ecc.


2. Volume di insediamento della pianta: con questo termine prima ancora di scegliere la specie, vado a capire quale volume si addatta meglio alle zone adatte alla piantagione dell'albero. come ad esempio le altezze che l'habitat sopporta, l'architettura che il progetto richiede, le limitazioni che si hanno in termini di volumi ma soprattutto in termini di superfici per l'albero che andrò a piantare. Infatti, l'area di incidenza della chioma corrisponde anche a poco meno (a seconda poi della specie) dell'area esplorativa delle radici. Questo aspetto è importante perchè se noi diamo spazio alle radici, ed alla chioma in maniera adeguata e naturale la pianta crescerà senza particolari competizioni per i fattori vitali, tante piante vicine non entrano in competizione solo per la luce, ma anche per la conolizzazione del terreno da parte della radice.

3. Fattori biologici presenti: la pianta verrà scelta poi anche in funzione ai fattori biologici presenti, come l'andamento della temperatura annua (min. e max), il livello di ombreggiamneto della zona, la tipologia del terreno, la condizione di ventosità dell'area (esposizione ai venti dominanti). C'è un altro fattore che non è puramente biologico, ma di cui dobbiamo assolutamente tenere conto, perchè in ambito urbano specialmente può davvero fare la differenza, cioè, la possibilità di intervenire sulla pianta da parte di arboricoltori esperti.


4. Fattori limitanti (la non scelta): questi sono i fattori che spesso tendiamo a nasconderci perchè magari il nostro desiderio è quello di mettere a dimora piante che in quell'area non hanno le loro condizioni ottimali, ma che ci piaciono, e facciamo finta di non vedere. I fattori limitanti spesso sono i confini presenti (il codice civile obbliga la piantagione di alberi altro fusto ad almeno 3 mt dal confine), l'esposizione (il classico giardino della villetta a schiera esposto a Nord con terreno di riporto argilloso e sterile...ed al centro il limone...disperato e radicato come se fosse un medusa nel deserto), le superfici ridotte (il pino domestico piccino! messo a dimora in una quadrato di terra 3 x 3 mt...dopo 30 anni ne riparliamo!...se non scalza prima).

Elaborati tutti i nostri dati, otterremo una matrice, che ci farà capire di che tipo di pianta abbiamo bisogno. A questo punto affidandoci ad un progettista del verde, ad un esperto arboricoltore o ricercando nozioni in riviste e siti specializzati, individueremo la specie più aidonea e che rispecchia la matrice di dati ottenuta.

Questi sono elementi davero importanti da considerare, ora vi starete chiedendo: "Perchè sono importanti per la stabilità di un albero?"

Per prima cosa, un albero messo a dimora nel luogo giusto con le giuste condizioni fisiologiche, cresce sano e forte, ed un albero sano è più stabile di uno non sano.

Secondariamente, un albero che ha il suo habitat e lo spazio vitale adeguato, non ha bisogno di interventi straordinari, potature eccessive, tagli di capitozzatura indiscriminati, lesioni alle radici perchè infastidiscono il muretto o la pavimentazione. Tutto questo oltre a non intaccare la struttura portante e meccanica dell'albero non va ad aprire porte di entrata per patogeni come funghi e batteri che successivamente possono determinare fenomeni come carie, cancri o malattie che comunque indeboliscono e minano la stabilità dell'albero.

Purtroppo gli alberi non ci aiutano! a volte mi viene voglia di dire che se la cercano! Il loro potente e pionieristico spirito di adattamento, le portano a provarle tutte per resistere, sopportare la messa a dimora sbagliata, fattori biologici al limite, terreni inadeguati ed interventi brutali da parte dell'uomo, rimanendo attaccati alla vita fino all'ultimo, senza mollare mai.

Il problema che in alcuni casi si spengono lentamente ma a volte cedono improvvisamente mollando la presa della vita a cui hanno cercato di rimanere attaccate per così tanto tempo e contro tante avversità. Ma se questo cedere, avviene sopra qualcuno di noi...ecco che allora ci ritroviamo a dargli la colpa per la loro inadeguatezza.

In un articolo di un giornale locale ho letto: "Cade albero sull'auto del sindaco! tragedia sfiorata! Attenzione alle piante assassine!", io avrei scritto diversamente e sarebbe stata più giusta così: "Sindaco pirla! la pianta si vendica dopo anni di sofferenza e gli cade sull'auto!"

Per cui ATTENZIONE! per avere piante sane e stabili e per la sicurezza delle persone, i primi passi sono fondamentali, da li sviluppiamo o meno il rischio di cedimento di un albero.

A presto

Riccardo Frontini

www.drfrontini.it
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