Giunti a questo terzo appuntamento, andiamo ad esaminare l'importanza del sito di impianto, più volgarmete definito "la buca dove mettere l'albero".
Nel momento della piantagione dell'albero, si ipotecano quelle che sono le aspettative future di radicamento dell'albero stesso, e di conseguenza, la stabilità nei riguardi dello scalzamento e soprattutto la vitalità e la salute dell'albero in fsse di accrescimento e sviluppo.
In molti, superficialmente, credono che fare una buca, infilarci la pinta dentro e dargli un po' d'acqua, sia la cosa più efficace da fare. Paradossalmente invece, questa fase è di fondamentale importanza e le variabili da considerare sono davvero tante.
Inizialmente, ancor prima di creare il sito, occorre capire dove scavare e come scavare. Il dove, è dipeso dalla scelta del posizionamento dell'alberatura, in pratica, occorre fare attenzione se la buca verrà fatta in prossimità di muri (che possono diventare un ostacolo alle radici, al colletto ed al fusto), oppure lungo delle linee tecnologiche interrate (fognature, guaine elettriche, tubi di irrigazione o dell'acqua potabile.
Nonostante le reti tecnologiche, possano essere anche a profondità maggiori di quelle raggiunte con il foro o che raggiungerà l'apparato radicalea pieno sviluppo, se successivamente all'impianto, dovessimo effettuare delle manutenzioni straordinarie per via di rotture o modifiche alle reti, ci ritroveremmo a dover togliere la pianta (nel peggiore delle ipotesi) o danneggiare l'apparato radicale per scavare e raggiungere la rete tecnologica.
Danneggiare l'apparato radicale significa recare dei danni fisiologici critici e soprattutto rendere la pianta instabile per via della ridotta presa delle radici sul terreno.
Non da meno sono le linee tecnologiche aeree, come i cavi elettrici della bassa tensione, questi, per legge, non devono avere piante alto fusto sotto la loro proiezione a terra, altrimenti incorreremmo nel rischio, che le ditte di manutenzione della linea elettrica, vengano a "potare" le nostre alberature, devastandole e pertanto rendendole instabili e arrecando anche in questo caso danni fisiologici importanti.
Passando al "come" piantare la nostra alberatura, è importante prima di iniziare a scavare aver ben chiaro il tipo di albero che andremo a mettere a dimora, le sue esigenze in termini di spazio, di luce e soprattutto di terreno. Tutto questo per garantire lo sviluppo in salute della pianta stessa nella sua fase di accrescimento.
In termini tecnici, un foro di impianto di un albero, va eseguito utilizzando degli attrezzi, a mano o meccanici (escavatori), che abbaino la possibilità di lasciare le pareti del foro abbastanza frastagliate, quindi senza pareti lisce e compattate. le pareti compatte e lisce, come quelle ottenute con fori da trivella, non favoriscono lo sviluppo della radice, ricreado un "effetto vaso" (invalicabile) che rischia di farle attorcigliare a se stesse, strozzare il colletto e non esplorare il terreno.
Una radice che non esplora il terreno, significa da un punto di vista fisiologico, uno scarso assorbimento dei nutrienti, una bassa vigoria, difficoltà alla cicatrizzazione dell'apparato epigeo, scarse difese, pianta complessivamente indebolita e soggetta ad attacchi di patogeni.
Da un punto di vista meccanico, un effetto vaso, comporta una bassa presa nel terreno dell'apparato radicale e quindi una propensione allo scalzamento maggiore.
Una volta eseguita la buca, se siamo in presenza di un terreno di buon impasto e con un buon apporto di sostanza organica, non fate assolutamente concimazioni di fondo e strati di terriccio o stallatico, infatti questo porterà la radice a non espandersi per via delle buone condizioni che trova nell'immediato. Al contrario se siete in una condizione di terreno sterile, fate una buca più grande (più del triplo della zolla) e miscelate nel terreno di copertura e reinterro, degli ammendanti naturali (compost, letame, ecc) che favoriranno la radice nel suo compito esplorativo.
Passando al tutoraggio, personalemente, preferisco e prediligo il tutoraggio alla zolla, perchè permette alla parte epigea di svilupparsi liberamente con le sollecitazioni reali a cui andrebbe incontro il normale sviluppo del fusto di una pianta da seme.
Ora passiamo all'irrigazione, mai fare un bordo rialzato alla pianta per far in modo di accumulare acqua o la classica buchetta dove poi annaffiare, questo comporta due pericoli, il primo un'asfissia al colletto che porta lentamente alla morte della pianta dovuta ai marciumi dettati dall'umidità, il secondo uno sviluppo delle radici assorbenti avventizie (funzione solo di assorbimento) a discapito di quelle di ancoraggio (funzione di assorbimento esplorativa e di sostegno), dovuta alle condizioni superficiali di benessere e intorno al fusto.
Per questo consiglio sempre di inserire nel foro, prima di posare l'alberatura, il "tubo irrigante", ossia un classico tubo drenante in PVC (forato), posato sul fondo della buca con le due uscite fuori dal livello del terreno. Successivamente alle prime irrigazioni (due o tre circa), che obbligatoriamente vanno fatte sulla pianta, per favorire la compattazione del terreno negli spazi vuoti a seguito del reinterro, effettueremo delle irrigazioni infilando acqua nel tubo drenante, questo permetterà all'acqua di traslare lateralmente e risalire per capillarità e bagnare il terreno inclusa la nostra zolla, senza mai creare
asfissia radicale o peggio ancora al colletto.
Infine, per dare sicurezza agli operatori e salvaguardare la pianta dai classici danni al colletto, dovuti spesso alle operazioni di manutenzione (decespugliatore, tagliaerba, ecc), inseriamo un pezzo di circa 30 cm, di guaina elettrica da esterno, per il passaggio dei cavi elettrici, operando un taglio verticale per tutta la sua lunghezza. A buon prezzo, avremo una protezione davvero resistente del colletto, mentre il taglio verticale, permetterà alla pianta di espellere la protezione automaticamente in base al suo accrescimento.
Seguire questi semplici consigli, darà la possibilità all'alberatura, di accrescersi in modo corretto ed in piena salute, salvaguardando in futuro, la sicurezza di chi ne sfrutti bellezza, bontà e comodità.
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Un saluto a tutti
Riccardo Frontini